Attica Locke: country noir, tra sangue e blues
Anno nuovo, vita nuova. È usanza comune ripeterlo nel momento in cui un anno sta chiudendo i battenti, per lasciare spazio a una nuova era, con tutto il suo carico di luminose speranze e buoni propositi. Il 2021 si è purtroppo aperto nello stesso triste modo in cui il 2020 è terminato. Non è questo il luogo per analizzare tutte le implicazioni di questa brutta pagina di storia che stiamo vivendo e che non vediamo l’ora di lasciarci alle spalle. In previsione del periodo difficile che ci aspetta, torniamo a farvi compagnia con la nostra rubrica mensile di consigli letterari e cinematografici, con l’augurio che possiate trovare qualche spunto di approfondimento in queste settimane di solitudine forzata: mai come in questi tempi la finzione letteraria può essere più confortante della realtà.
Attica Locke
Questo mese vi proponiamo una coppia di romanzi che potranno accontentare tutti i palati, da quelli di chi ama il noir classico a quelli di chi cerca invece nelle crime story un tocco di attualità. Il noir è un genere che – sia nel cinema, che nella letteratura – ha attraversato diverse fasi, molteplici mutamenti e svariate contaminazioni di genere. Tralasciando i luoghi comuni e i cliché propri della sua natura, il noir – con tutte le sue sfumature e sottocategorie – è un genere sempre al passo con i tempi. Un esempio è perfettamente rappresentato dalle proposte di lettura di questo mese: Texas Blues e Black Blues, rispettivamente pubblicati nel 2017 e nel 2019, opere della scrittrice texana Attica Locke. Attivissima come sceneggiatrice, Attica Locke ha esordito nel 2009 con il lodato Black Water Rising, al quale sono seguiti altri quattro romanzi che ne hanno accresciuto la notorietà, non solo tra gli addetti ai lavori.
Darren Mathews, professione Texas Ranger
Protagonista dei due romanzi è Darren Mathews, giovane Texas Ranger afroamericano, capace e risoluto sul lavoro quanto tormentato nel privato, con un matrimonio che inizia a mostrare le prime crepe e un problematico rapporto con la bottiglia. In Texas Blues, Matthews viene inviato nel piccolo villaggio di Lark per indagare sul ritrovamento nel bayou di due cadaveri, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro: il primo è quello di un avvocato di colore misteriosamente giunto da Chicago, mentre il secondo è di una giovane e attraente ragazza bianca del posto. Lo sceriffo locale sembra voler chiudere il caso senza troppi approfondimenti, bollandolo come l’ennesimo crimine a sfondo razziale. Dubbioso riguardo alla tesi dello sceriffo, Mathews inizia a indagare, sfidando la resistenza degli abitanti del posto: da una parte gli afroamericani che lo vedono come un intruso e un rappresentante di una legge che non li hai mai tutelati, dall’altra i bianchi che lo snobbano a causa di un’apparente diffidenza nei confronti dei forestieri, che in realtà maschera un razzismo marcato e nemmeno troppo velato. Le indagini di Mathews scoperchieranno un vaso di pandora contenente insanabili tensioni razziali, storie personali fatte di omicidi, rancori, vendette, e inaspettati legami interrazziali, in un puzzle in cui nessuno degli attori protagonisti è completamente innocente.
Nuovo caso, stesso background
In Black Blues, ambientato poche settimane dopo la conclusione delle vicende narrate nel precedente Texas Blues, Mathews viene inviato a Hopetown, un piccolo villaggio che sorge sul lago Caddo, vasta distesa d’acqua tra Texas e Louisiana. La scomparsa del piccolo Levi King di nove anni è il fulcro attorno al quale si sviluppano le indagini, in un microcosmo in cui nativi americani, afroamericani discendenti da schiavi liberati e bianchi convivono forzatamente, in un clima di perenne odio e intolleranza. Il background dei due romanzi è quindi comune. Le tensioni razziali negli Stati Uniti del sud sono vive più che mai: non delle cicatrici rimarginate segno di un passato nemmeno troppo lontano, bensì delle ferite ancora aperte che vengono periodicamente alimentate da odio e intolleranza. L’ombra della fratellanza ariana, rigurgito del defunto KKK, incombe su entrambi i romanzi, segno evidente che gli odi razziali sono un problema ancora attuale negli Stati Uniti contemporanei.
Come in Texas Blues, anche in questo caso il confine tra buoni e cattivi è sempre molto sottile: nessuno degli attori protagonisti è completamente innocente e il colpevole non è mai uno soltanto. Attica Locke sembra voler comunicare che la colpa risiede nella collettività, incapace di ribellarsi a un sistema che pone gli uomini uno contro l’altro, in cui il colore della pelle può inspiegabilmente diventare un valido motivo per scatenare un bagno di sangue.
Anti-eroe tormentato
Attica Locke dimostra di essere una scrittrice raffinata, capace di esibirsi in una prosa ricca ma sempre lineare, e di conoscere bene la tradizione del genere. Darren Mathews è infatti un perfetto anti-eroe noir, figlio della tradizione del genere, e personaggio con il quale non si può fare a meno di simpatizzare. Risoluto, testardo, sensibile e molto capace sul lavoro, è titubante, incapace e goffo nella vita privata. Nel corso dei due romanzi, parallelamente alle indagini, Mathews è impegnato a risolvere una problematica vicenda personale, che potrebbe costargli un’accusa di favoreggiamento, con la conseguente perdita del posto di lavoro e il rischio concreto di essere condannato a una pena detentiva. Ad aggiungersi a questo, c’è il matrimonio con Lisa che sembra destinato al fallimento e una tendenza autodistruttiva che lo avvicina spesso e volentieri al bourbon. La vicenda personale di Mathews terminerà con uno spiraglio di luce, segno di una speranza che, nonostante tutte le difficoltà, rimane sempre viva.
Alberto Staiz