Dalla via Orefici al West-ville
Duemila battute, o forse il doppio. E perchè no arriviamo, sfrontatamente, a diecimila. Basterebbero tutte queste parole a farmi conoscere?
Domanda retorica che pongo a me stesso, ovvero, ne servirebbe una e una soltanto.
Meglio la seconda opzione. Una parola, dunque, nella quale si racchiude parte essenziale della mia vita. Essenziale e fondamentale: libri.
Devo giocoforza fare un abbondante salto nel mio passato; diciamo di circa trentasei anni: ricevetti un omaggio da una persona. Un regalo tanto futile e inutile (pensavo ingenuamente) quanto determinante per gli anni che seguirono: un libro. La dedica recitava: “non prendere alla lettera il titolo, ma servirà alla tua anima, al tuo percorso, alla tua cultura”. Il libro in questione era “L’idiota” di Dostoevskij, ufficialmente il mio primissimo libro. Iniziai col botto, insomma.
Non fu amore a prima vista, ma quello strano oggetto, lentamente, si rivelò essere “fonte meravigliosa” (per citare Amy Rand). Sorprendente, immaginifico, fantasioso, inquietante, misterioso. Proprio come la vita.
Un viaggio nel viaggio. Ogni volta una nuova Odissea. Quasi inevitabile, come fosse stato tracciato da un misterioso indovino, il mio tragitto verso il lavoro che attualmente svolgo: trovarsi all’interno di una storica libreria nel cuore di Milano.
Ventisei anni di grandi ed enormi soddisfazioni costellati soprattutto da una parola chiave: incontrare. L’incontro, casuale o no, che porta alla conoscenza. Che porta all’apertura. All’accoglienza. L’incontro che mi ha portato qui, oggi.
Da via Orefici ad oggi, una nuova opportunità
In questo preciso momento. L’incontro con due autori, due ragazzi, due amici. Un firmacopie, una bevuta, un concerto. Parole, racconti, storie. Proposte, sogni, illusioni. E perchè no, certezze. Dare un seguito alle aspettative, Concretizzarle, realizzarle.
Da quella via Orefici ad oggi, i famosi ponti ne hanno vista di acqua passare, ma la sfida è ancora aperta.
Anzi più che di sfida parlerei di opportunità.
Più azzeccato questo sostantivo. Lascia aperta ogni possibilità. Di crescere, soprattutto, ma anche di continuare la sfida verso se stessi. Migliorare per sentirsi sempre e in ogni caso, semplicemente, vivi.
Le prospettive e i miei programmi all’interno di Westville? Le scoprirò io medesimo strada facendo. Al momento solo un grazie alla N per chi ha avuto il cuore di volermi ospitare in un progetto ben strutturato e avviato solidamente da tempo.
Per intanto posso solo accennare che nel mio prossimo intervento la parola chiave sarà: CAOS.