La legge della notte, un noir d’autore a Hollywood
Oggi parliamo di cinema! Come dicevamo in un articolo precedente, a proposito del Neo-Noir, ad oggi cinema e letteratura sono più uniti che mai. La maggior parte delle sceneggiature hollywoodiane odierne derivano da adattamenti di romanzi. Anche se spesso non ce ne accorgiamo, potremmo esserci già imbattuti parecchio tempo prima, nell’ultimo film uscito al cinema. Ad esempio sullo scaffale di una libreria. Cambio di titolo e marketing diametralmente opposto contribuiscono a rendere invisibile questa trasformazione.
Non vorremmo essere fraintesi. Da sempre il cinema e l’editoria sono compagni di merende. Tuttavia la velocità con cui vengono prodotti i film oggi è impressionante, e quindi è sempre più
probabile che si vada a pescare tra gli immensi scaffali dell’editoria americana. Le serie tv, che ormai dominano i palinsesti televisivi, stanno adottando lo stesso metodo. Si prenda come esempio True Detective, divenuta subito cult. Una serie noir fuori dagli schemi, forte un cast stellare, un’ottima regia e una fotografia davvero d’eccezione. Tuttavia, a reggere il gioco è proprio l’idea geniale alla base della storia, frutto della mente del talentuoso scrittore Nic Pizzolatto, di cui abbiamo abbiamo già scritto nelle scorse settimane sul blog. Potete approfondire l’argomento leggendo: Nic Pizzolatto, la mente dietro il successo di True Detective.
Alla base della pellicola
La legge della notte è un film del 2016, scritto, diretto, prodotto e interpretato da Ben Affleck.
Attore di ottima caratura, ma anche regista apprezzato, Ben Affleck ha già dimostrato di essere un ottimo creatore di prodotti cinematografici, nonché sceneggiatore raffinato e produttore brillante e lungimirante.
La legge della notte (titolo originale: Live by night) è un romanzo di Dennis Lehane, romanziere di riferimento per quanto concerne il romanzo thriller americano e la letteratura americana moderna. Autore di svariati titoli divenuti best sellers – come Shutter island e Gone, baby, gone, tramutati anch’essi successivamente in pellicole osannate dalla critica – insegna scrittura creativa avanzata ad Harvard. Meritevole di aver vinto numerosi premi letterari, ha dato prova più volte di essere in grado di mantenere i suoi lettori col fiato sospeso fino all’ultimo, con le sue ambientazioni cupe e affascinanti, e le storie pregne di colpi di scena e cambi di scenario interessanti.
La legge della notte
La Warner Bros comprò i diritti sul romanzo nel 2012, affidando a Di Caprio il ruolo di produttore. Dopo quattro anni, e l’affiancamento di Ben Affleck nei ruoli sopracitati, vede la luce una pellicola di incredibile fattura.
La storia
Joe Coughlin, un’irlandese che vive per le strade di Boston durante l’era del proibizionismo, deve cavarsela tra furti e rapine. Figlio del capitano della polizia di Boston, non vive facilmente la sua condizione di fuorilegge, dovendosi dividere tra la riluttanza del padre, e l’amore clandestino per la figlia prediletta di un importante boss della città.
La vicenda risulta essere a tratti classica, con i suoi cliché doverosi per un’ambientazione che ha fatto sognare numerose generazioni. Ma fa anche spavento, con la sua legge approssimativa, e la difficoltà derivate da una tragica depressione economica.
Tutto cambia quando a Joe viene data una severa lezione, e viene al tempo stesso privato del suo grande amore. Figura interessante sarà invece il padre, che malgrado il rifiuto verso tutto quello che il figlio rappresenta, troverà sempre la forza di amarlo. Una nota di merito va sicuramente a Brendan Gleeson. L’attore irlandese è riuscito perfettamente a calarsi nella parte, dando prova di una recitazione toccante e profonda.
Alcuni avvenimenti, che non vi sveleremo, porteranno Joe a trasferirsi a Tampa, in Florida, avanzando di carriera nella temuta mafia italiana. Ottime le dinamiche che regolano i rapporti commerciali tra le varie fazioni criminali. Vale la pena soffermarsi sulla perizia con cui vengono descritti i rapporti tra italiani, cubani, sudamericani, irlandesi e via discorrendo.
Quello da Boston a Tampa è un cambio di scenario inaspettato, non facile da digerire. Dopo una prima mezz’ora nel freddo di Boston, tra inseguimenti su strade asfaltate, per le vie di quella che era già una metropoli, ci ritroviamo nel caldo tropicale, tra palafitte e palme, in una zona che ancora deve scoprire il suo potenziale.
Che tipo di storia ci aspettiamo
Razzismo, droga, sigari di contrabbando, alcoolici illegali, pallottole e minacce, il tutto dosato sapientemente. Mai inverosimile e mai scontato, La legge della notte riesce a tenere lo spettatore incollato allo schermo. Perfino nei momenti più tranquilli l’attenzione viene focalizzata su una regia davvero sorprendente, una fotografia ben fatta e una perizia nei particolari davvero invidiabile. Per fare un esempio, quando un’auto della polizia finisce nel fiume, dopo un inseguimento nelle campagne limitrofi Boston, si possono vedere i riflessi tipici degli oli meccanici, probabilmente fuoriuscito a causa di una rottura.
Che tipo di eroe ci aspettiamo
Joe Coughlin non è un eroe. Questo dev’essere chiaro, e lo è fin dalle prime battute. Ladro, imbroglione, con una morale al limite tra l’accettabile e l’inaccettabile. Il vero motivo per cui La legge della notte è un noir, è proprio lui. Conscio di una situazione amorale, in cui lui stesso è protagonista, vive una sorta di conflitto interiore. Un protagonista tormentato, come tanti nei noir, a cui Ben Affleck è riuscito a dare un ruolo convincente solo come sceneggiatore. Purtroppo la presenza del personaggio non è supportata da una recitazione impeccabile.
La critica
Il film è stato stroncato dalla critica, dimostrandosi un flop al botteghino, in un tempo relativamente ristretto. Per quale motivo? Analizzando alcuni fattori possiamo provare a comprendere meglio questo fallimento hollywoodiano.
Cosa può rendere un film con una produzione importante, un cast d’eccezione, una sceneggiatura ben fatta e una regia sapiente supportata da una fotografia d’autore, un flop commerciale?
Probabilmente il marketing scarso, e alcune scelte commerciali sbagliate. Prendiamo ad esempio il trailer, che potete vedere qui sotto. Per quanto abbia un buon montaggio, del film si capisce che niente altro è se non un gangster movie d’azione ambientato negli anni ’20. Una sequenza di sparatorie e inseguimenti, che per altro nel film risultano essere di secondo piano, inframezzate da frasi sconnesse, in cui pare che l’unico scopo del protagonista sia essere crudele e spietato. Un trailer che ha tratto in inganno anche noi, prima di gustarci questa pellicola intensa ed emotiva, degna di entrare nel firmamento del noir vecchio stile, ma con un approccio moderno.
Un esempio simile, ma nel verso opposto, lo abbiamo avuto con Lawless. Gangster movie del 2012, ai limiti del fantasy, in cui toni cupi e rapporti sentimentali di amore e odio tra i vari personaggi avrebbero dovuto sostenere il film. La pellicola si rivelò come una sequenza di cliché, pregna di violenza ingiustificata e grottesca, battute banali e una regia approssimativa. Un esempio di come un ottimo cast possa essere sprecato. Attori capaci di ottime interpretazione, relegati in personaggi piatti e caricaturiali.
Ha ragione la critica?
Spesso si può essere in disaccordo con la critica, ma un fondo di verità c’è sempre. Così come continuiamo a sostenere per l’editoria, nel cinema è ancora più importante. Il Marketing è parte del processo artistico, e non si può sottovalutare. Stando a come il marketing ha proposto La legge della notte, la critica ha ragione. Fatto sta che secondo il nostro parere, la pellicola di Ben Affleck è davvero un esempio di come questo genere di film possa ancora trovare il suo posto in un mondo cinematografico saturo di film ricolmi di incredibili effetti speciali digitali. Su una cosa però la critica ha avuto fortemente ragione. La prova d’attore di Ben Affleck non è sicuramente all’altezza dell’interezza del film. Poche espressioni, e poco convincenti, per un personaggio che sicuramente avrebbe avuto più profondità e tridimensionalità nelle mani di un altro attore. Ci sarebbe piaciuto ad esempio vedere Ryan Gosling, reduce ormai da pellicole drammatiche davvero interessanti, oppure Bradley Cooper, anch’esso capace di scavare badilate di emotività nei suoi personaggi.
Ad ogni modo il nostro parere è positivo, e consigliamo ai nostri lettori di impiegare un paio d’ore del loro tempo per gustarsi un’America d’altri tempi, interessante, pericolosa e variopinta.