Omicidio al Roadhouse di James Ross: là dove nasce il country noir
Omicidio al Roadhouse rappresenta, per quanto riguarda la mia esperienza personale, un esempio perfetto di consiglio di lettura dato a un cliente da parte di un libraio che sa fare il suo mestiere. Facciamo un passo indietro. Qualche settimana fa, una mattina di inizio agosto, sono andato a trovare i miei amici della libreria Il Domani di Milano, una delle librerie storiche del capoluogo, dove sono cliente fisso da alcuni anni. Avevo chiesto che mi fossero messi da parte alcuni titoli che mi interessavano, ma nella pila di libri da me richiesti, troneggiava anche un volume, edito da Giulio Perrone Editore, fresco di pubblicazione. Alla mia domanda sul perché fosse presente anche quel romanzo – di cui non sapevo nulla – mi è stato risposto, con la consueta saggezza del vero libraio che conosce i suoi clienti e i loro gusti letterari: “Fidati, ti piacerà”.
Sfortuna editoriale e successiva riscoperta
Omicidio al Roadhouse rappresenta l’unica opera pubblicata, partorita dalla penna del semi sconosciuto scrittore americano James Ross. Classe 1911, Ross ha pubblicato Omicidio al Roadhouse (uscito con il titolo di They don’t dance much) nel 1940, ma, nonostante le lodi di alcuni celebri scrittori dell’epoca, tra cui spiccano i nomi di Raymond Chandler e Flannery O’Connor, il romanzo vendette poco. Dopo la mancata pubblicazione del suo secondo romanzo, Ross ha proseguito la sua carriera scrivendo short fiction per alcuni magazine, lavorando come reporter e infine come agente letterario di successo. Il suo unico romanzo è stato riscoperto con il passare degli anni, annoverato come uno dei capostipiti del country noir, ed è stato finalmente pubblicato anche in Italia. Fondamentale è stata l’intercessione di Joe Lansdale, che per Giulio Perrone Editore cura una piccola collana di romanzi noir mai pubblicati nel nostro Paese.
Country noir crudo e amaro
La voce narrante di Omicidio al Roadhouse è quella di Jack McDonald, uno spiantato contadino della North Carolina durante gli anni della Grande Depressione, che assiste al fallimento della sua attività, tra raccolti andati a male, indebitamenti, e speranze di tirare a campare sempre più effimere. Il suo passatempo preferito è bazzicare tra le stazioni di servizio, nel tentativo di rimediare qualche bevuta gratis o comunque a buon mercato. La stazione di servizio dell’ambizioso e spregiudicato Smut Milligan è la preferita di Jack. Durante una chiacchierata, Milligan confida a Jack di voler rinnovare la sua stazione di servizio, aprendo un roadhouse che possa diventare il punto di riferimento per tutti quelli in cerca di alcool a buon mercato, musica, e gioco d’azzardo. Smut propone a Jack di lavorare per lui, offrendogli la possibilità di guadagnare uno stipendio onorevole e cambiare finalmente vita. Gli affari vanno bene e le cose per Jack sembrano andare finalmente per il verso giusto. Tuttavia, Smut è un uomo ambizioso ma anche avido e senza scrupoli, e trascinerà Jack in una spirale di guai – tra funzionari corrotti, sbronze colossali, donne sposate – che culminerà con un terribile omicidio, fino a una conclusione amara in cui tutti i protagonisti ne usciranno sconfitti.
Whiskey invecchiato bene
La cosa che colpisce di più, leggendo Omicidio al Roadhouse è la capacità di presentarsi come un romanzo molto ben invecchiato, come un ottimo whiskey d’annata. La prosa è scorrevole, limpida, secca al punto giusto; mentre la trama – seppur non molto intricata – presenta tutti gli ingredienti del buon noir, con dosi di mistero, suspense e violenza ottimamente bilanciate. L’ambientazione rurale, probabilmente, aiuta a dare una connotazione più attuale a un romanzo scritto ottant’anni fa. Una chandleriana Los Angeles appare molto più datata rispetto alla Carolina del Nord campagnola e depressa descritta da Ross, dove i cambiamenti del tempo modificano il territorio e le abitudini della gente molto più lentamente rispetto alle grandi città. Omicidio al Roadhouse è un romanzo da scoprire e riscoprire: un classico moderno, capostipite del genere country noir, che renderà felici i lettori italiani che si sono innamorati dei romanzi di Chris Offutt, Brian Panowich e di tutti quegli autori americani contemporanei che fanno di ambientazione rurale, personaggi disperati e storie crude i loro cavalli di battaglia.
Alberto Staiz
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