Sabrina, e le terrificanti avventure di Netflix
Sta arrivando Halloween, e come ogni media che si rispetti, Netflix ha deciso di rilasciare alcuni titoli a tema horror. Sappiamo che la paura è uno dei sentimenti più radicati e sinceri dell’animo umano, e come ogni anno, in questo periodo, la corsa allo shock più traumatizzante è cominciata. Tra i vari titoli del colosso americano dello streaming, Netflix, spicca quello de Le terrificanti avventure di Sabrina.
Per chi non lo sapesse, la serie trae ispirazione da alcune storie comparse per la prima volta nel 1962, sulla rivista Archie’s Mad House, per poi diventare una serie a fumetti a sé stante: Sabrina, the teenage witch. Il fumetto ha poi visto diverse rivisitazioni, sia nei toni, che nella grafica, e col passare dei decenni ha avuto un pubblico sempre nuovo grazie ai vari restyling.
Il suo picco di notorietà l’ha ottenuto a cavallo tra gli anni novanta e i primi anni del duemila con la produzione della sit-com Sabrina, vita da strega, nata a sua volta dal film per la tv omonimo. Malgrado questa serie fosse completamente distaccata da qualsiasi legame con il mondo horror – per favorire un pubblico più vario – ha ottenuto forti consensi. I toni da commedia hanno permesso infatti alla produzione di portare avanti la serie per ben sette anni, riuscendo a concludere la storia senza tagli prematuri. In questo lasso di tempo sono stati girati altri due film, sempre inseriti nell’universo della serie. Le attrici della serie, tra cui Melissa Joan Hart, che ha interpretato Sabrina, hanno ottenuto un notevole successo, e sono entrate nei cuori dei giovani spettatori.
Cos’ha quindi di diverso questa nuova serie, e perché Netflix ha voluto rispolverare quest’idea dal terrificante armadio impolverato della nonna?
Reboot – dalla vita da strega, a Le terrificanti avventure di Sabrina
Ormai è tempo di reboot per qualsiasi cosa. Quindi perché non resettare anche le vecchie sit-com? Si, ma con stile!
Innanzitutto partiamo dal dire che il reboot vero e proprio arriva dal mondo dei fumetti. La rivista Archie’d Mad House, ora Archie Comics, all’inizio del 2014, decise di ringiovanire tutte le sue testate. Sabrina subisce una rivisitazione stilistica che darà vita all’idea di portare la giovane strega su Netflix.
Storia
Sabrina Spellman è una giovane mezza strega, orfana di entrambi i genitori. Viene cresciuta dalle zie, streghe anch’esse, Hilda e Zelda. Con loro vive anche il cugino Ambrose, uno stregone. La trama si concentra principalmente sul cambiamento nella vita di Sabrina, allo scadere del suo sedicesimo compleanno. Secondo la religione occulta, quel giorno coincide con un giuramento che tutte le streghe e gli stregoni sono chiamati a compiere, nei confronti della Bestia. Inoltre Sabrina dovrà conciliare la sua natura paranormale con quella di umana. Avrà quindi i problemi di una normale teenager, come la scuola, l’amicizia, l’amore e la rivalità.
Tematiche
Come ci si può aspettare da una fucina di successi (e qualche insuccesso sistematico) come Netflix, Le terrificanti avventure di Sabrina è condita di tematiche che esulano dal tema horror classico, e si addentrano nel tema dell’orrore quotidiano. Uno dei primi argomenti trattati nelle parti “umane” di Sabrina è quello del bullismo. La presenza di Susie, amica androgina di Sabrina, vuole giustificare a livello di sceneggiatura, atti di puro bullismo da parte di alcuni ragazzi popolari della scuola, anche in modo pesante.
La vendetta è anch’esso un tema trattato nella serie, infatti è Sabrina a sistemare la faccenda, convinta da un demone con le fattezze della sua professoressa, e aiutata di alcune streghe, obbligando i quattro ragazzi a compiere atti omosessuali tra di loro.
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Non è davvero chiaro se sia Sabrina a voler vendetta, spinta dal demone, o il demone stesso che insinua l’idea della vendetta. In ogni caso, il fatto che il dubbio esista la dice lunga sulle intenzioni dell’intreccio.
Arriviamo quindi al punto di comprendere come l’orrore classico, l’occulto e mistico effetto grafico, siano solo un mezzo per giungere alle paure reali. Le sequenze mostrano come i protagonisti siano più spaventati delle implicazioni morali, legali e comportamentali, che dalle attività paranormali.
Nel rapporto che c’è tra i personaggi di Sabrina e il diavolo, è la parola sottomissione a ricorrere più spesso. Anche davanti alla possibilità che l’anima della ragazza bruci per 333 anni all’inferno, è proprio il concetto della sottomissione che fa desistere la coraggiosa protagonista.
Altre tematiche interessanti, trattate in questa prima stagione, sono il rapporto con l’autorità, il maschilismo, il femminismo, la diversità di culto e la morale giurisprudenziale.
Tecnicamente…
Tecnicamente Le terrificanti avventure di Sabrina è una serie girata in modo ineccepibile. I set sono tutti architettati ottimamente, e la fotografia ben curata e varia non annoia la vista. Gli effetti speciali sono interessanti, e a volte anche più inquietanti di quello che ci si può aspettare. Tuttavia questi ultimi sono molto rari, e lasciano un po’ di insoddisfazione, se lo rapportiamo al marketing promosso da Netflix prima del lancio.
Se teniamo conto che nei gradi della paura, la paura stessa è solo al terzo posto, mentre il terrore al sesto, su sette gradi complessivi, possiamo pensare che Netflix abbia sbagliato a chiamare la sere: Le terrificanti avventure di Sabrina.
La serie è davvero ben fatta, e spicca molto anche il cast, capitanato dalla giovane ma magistrale Kiernan Shipka.
La sceneggiatura de Le terrificanti avventure di Sabrina rimane però lì a metà. Non è un horror, non è una commedia, non è un thriller e non è un drammatico, ma a suo modo è un po’ tutti questi generi… sempre che non si abbia voglia di relegarlo semplicemente nel teen drama.
Ad ogni modo la nuova serie Netflix ha convinto la critica, e questo darà spazio agli autori per osare magari un po’ di più nella prossima stagione, attualmente già in lavorazione.
Quello che ci piacerebbe, per la seconda stagione, sarebbe vedere qualcosa di più forte, che si leghi meglio con la profondità dei temi trattati, che ci accompagni nel terrificante mondo della protagonista, più che in quello di una produzione un po’ ruffiana, seppure sopraffina, che vada bene per tutti (malgrado il V.M. 14 voluto dalla censura).